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Paracetamolo: Lo usiamo spesso, ma lo conosciamo davvero?

Paracetamolo: Lo usiamo spesso, ma lo conosciamo davvero?
03 giu 2020

Il paracetamolo è un farmaco ampiamente utilizzato dagli effetti analgesici e antipiretici, ossia capace di alleviare il dolore e di abbassare la febbre, viene infatti somministrato nel trattamento del dolore moderato, acuto e cronico, oltre ad essere considerato il principale analgesico per i pazienti sopra i 50 anni.

È molto simile all’aspirina ma non è in grado di alleviare gli stati infiammatori né di donare un effetto antiaggregante.

Come agisce

Il paracetamolo agisce a livello centrale: secondo la comunità scientifica esso aumenterebbe la soglia del dolore, inibendo le ciclo ossigenasi, le molecole attive nella sintesi delle prostaglandine, ovvero le proteine associate al dolore. Inibisce, quindi, la sintesi e gli effetti di alcuni intermediari chimici che rendono più sensibili i recettori del dolore agli stimoli meccanici o chimici.

Non è capace, però, di inibire le ciclo-ossigenasi a livello periferico, ossia al di fuori del sistema nervoso centrale. Proprio per questo non presenta attività antinfiammatoria (come anticipato nel paragrafo precedente).

Contro la febbre

Per quel che concerne l’efficacia nell’alleviare gli stati febbrili, il paracetamolo è capace di agire sull’area del cervello che regola la temperatura corporea e di dissipare il calore, grazie alla vasodilatazione e all’incremento del flusso sanguigno periferico e della sudorazione.

In gravidanza

La somministrazione di paracetamolo in gravidanza è stata discussa a lungo, e ancora alcuni esperti hanno opinioni contrastanti sull’argomento.

Fino a poco tempo fa, le raccomandazioni sull’uso del paracetamolo in gravidanza ne sottolineavano spesso la pericolosità. L'AIFA ha quindi effettuato diversi studi per verificare quanto sia sicuro utilizzare il paracetamolo in gravidanza. Grazie a tali ricerche, oggi possiamo dire con certezza che il farmaco è sicuro durante la gestazione, in quanto, secondo i dati clinici a disposizione, non c’è prova dell’effettiva associazione tra l’uso del farmaco e l’impatto di quest’ultimo sull’apparato urogenitale o su anomalie nello sviluppo neuronale del bambino.

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