Tampone Orofaringeo + Provetta

Tampone Orofaringeo: com’è fatto e come si utilizza?

Il tampone orofaringeo consiste in un kit diagnostico composto da un sottile bastoncino ovattato sterile, rivestito di cotone idrofilo, molto simile per forma e consistenza ad un cotton fioc, che va ad indagare la presenza di microrganismi e di conseguenti eventuali infezioni provocate da questi ultimi.

Il tampone orofaringeo si inserisce delicatamente nella gola del soggetto interessato e si sfrega leggermente a livello delle tonsille e della mucosa faringea, in modo da riuscire a prelevare parte delle cellule presenti a livello dello strato superficiale e del muco presente in questo tratto.

Tampone Orofaringeo: quando dev’essere utilizzato?

L’utilizzo del tampone orofaringeo viene consigliato prioritariamente se si vuole indagare la presenza di Streptococcus Beta Emolitico di gruppo A, un batterio che può provocare risposte molto violente, oppure in caso di:

• mal di gola persistente o che si manifesta molto di frequente,
• in caso di faringite o di tonsillite,
• di infezioni e di mal di gola ostinato associato a febbre.

Il tampone orofaringeo può essere effettuato anche in caso di disfagia e problematiche ad essa correlati, in caso di astenia, accelerazione del battito cardiaco e dolori diffusi ai muscoli o febbre alta.

All’ utilizzo del tampone orofaringeo segue poi l’esame diagnostico mirato proprio alla ricerca dei batteri che causano le infezioni a livello delle tonsille o della parete faringea. Infatti dopo aver utilizzato il tampone e prelevato il campione, viene effettuato l’esame colturale per individuare il microrganismo patogeno responsabile.